Sergio Cominetti: profilo personale dell’artista a cura di Maria Adele Garavaglia, scrittrice novarese

Sergio CominettiArte e vita si coniugano nel pittore Sergio Cominetti, in una felice apollinea armonia. Dalla vita sa trarre i temi che ispirano le sue opere e le tecniche con le quali realizzarle. L’arte è osservatorio privilegiato per comprendere la vita e amarla.

Anche se gli esordi non sono stati facili, Cominetti ha saputo, come direbbe il Machiavelli, “far di necessità virtù” e trasformare quello che poteva apparire uno svantaggio, in uno strumento con il quale realizzare il suo sogno. Gli derivano, infatti, dagli studi tecnici, più subiti che affrontati con entusiasmo, le abilità con cui ha poi saputo piegare severi strumenti, quali il tecnigrafo o il pirografo alla sua pittura, interessata, inizialmente, ai più suggestivi scorci architettonici della sua amata città, Novara.

Non solo:

Sergio Cominetti ha sempre sperimentato con intelligenza, anche le possibili commistioni di tecniche e di strumentazioni diverse per ottenere il colore giusto, la sfumatura ideale, lalucentezza più affascinante. Eccolo, dunque, dedicarsi alla grafica, negli anni cinquanta – settanta, alla pirografia e agli acrilici, tra gli anni settanta – ottanta, agli olii, alletecniche miste, alle incisioni dopo gli anni novanta.

Ed è soprattutto in una certa fase della sua produzione, quella degli anni ’79 – ’80, caratterizzata soprattutto dalla pirografia, che si manifesta il “dionisiaco”, il disarmonico, attraverso la denuncia delllo scempio che l’umanità talvolta sa fare della natura: ma anche questo è un segno inequivocabile di amore per la vita.

L’insegnamento, al quale si è dedicato grazie alla sua capacità di comunicare e di entusiasmare, lo ha indirizzato, poco a poco, verso il piacere di “fare per gli altri”, organizzando concorsi e viaggi per gli studenti, dai quali ricavare spunti per la didattica, ma anche per la pittura.

Sergio Cominetti "L'uomo e la Natura" 2007, acrilico, cm 80x190

Sergio Cominetti "L'uomo e la Natura" 2007, acrilico, cm 80x190

E i viaggi, mezzo incomparabile per conoscere il mondo, sono divenuti un prezioso trait d’union tra arte e vita: le emozioni che suscitano la natura o la folla brulicante nelle strade, nei mercati, nelle piazze di esotiche città, si traducono nelle tele, in veri e propri “diari sentimentali”, mentre la passione didattica si è espressa più volte nel gusto di allestire mostre per far conoscere alla gente artisti locali ingiustamente ignorati o non abbastanza esplorati.

L’umanità profonda spinge non di rado Sergio Cominetti ad allestire, oltre alle personali, la prima delle quali risale al 1976, anche mostre antologiche, a scopo benefico, di artisti scomparsi oppure ancora viventi. E sempre , in questo caso, non manca di donare le sue opere d’arte che, con suo grande compiacimento, non gli vengono mai restituite, perché trovano subito acquirenti: ma l’amore  per la vita porta l’artista a ritrarre spesso, oltre al territorio novarese, a vedute e scorci della città, ai bei paesaggi ammirati durante i viaggi nel mondo, anche la donna, generatrice di vita.

Alla rappresentazione delle forme armoniose del nudo si aggiunge, così, il ritratto, che rivela una non comune capacità di introspezione, certo anche grazie all’influenza di Adele, la compagna che da sedici anni copndivide e alimenta in lui questo gusto per la vita.

Curioso ed estroverso, Sergio Cominetti, non rinuncia a mettere la sua arte al servizio della comunicazione e del civile dialogo, ideando locandine, dépliant, cataloghi, manifesti. Ha recentemente pubblicato un affascinante libro nel quale riassume e illustra in una fantasmagorica carrellata, le sue esperienze artistiche.

Infine sa ben muoversi anche nel campo della scriuttura, collaborando a giornali e riviste con gustosi articoli nei quali parla delle sue memorie di viaggio.

Il continuo rinnovarsi, pur nella coerenza dei parametri fondamentali della sua arte e del suo stile, rimandano a un tratto fondamentale che accomuna, in Sergio Cominetti, l’uomo e l’artista: la capacità di cogliere quanto di bello e di buono offrono le circostanze nelle quali il destino lo ha collocato e la ferma convinzione che l’arte e la vita non tradiscono chi crede in esse con passione.

Maria Adele Garavaglia